giovedì 22 gennaio 2009

Lisa

Lisa salì le scale piano, contando gli scalini di marmo appena lucidato. Aveva due piccoli occhi marroni, contornati da occhiali ovali, piccoli anche quelli. Bussò alla porta, entrò prendendo fiato.
"Professoressa Monin, lei sa di aver usato in classe l'espressione..." , la Preside abbassò gli occhi sulla sua agenda "l'espressione Io vi spazzo via con un rutto?". "Sì" rispose calma Lisa, calma tanto quanto la Preside Passati era nervosa. Ci fu un attimo di silenzio imbarazzato. Lisa aveva la pelle segnata da acne giovanile, olivastra, coperta per lo più da ciuffi di capelli disordinati, labbra piccole e denti che la facevano sembrare più vecchia dei suoi trent'anni. "è già la terza volta questo mese che ricevo reclami da genitori allibiti". "Allibiti" ripetè con tono di sfida Lisa.
Scese le scale, questa volta distrattamente, salì sulla sua Fiesta rossa piena di cose insolite per un'automobile: giornali, libri, uno sturalavandino e pellicole 120.
La maniglia era ancora sporca del lucidante che non aveva usato correttamente. Carlo era seduto sulla poltrona, birra Forst e un libro di Solženicyn tra le mani. "Lisa, scopiamo?" disse sorridendo.
"No e poi smettila di dirlo in quel modo, non è invitante per un cazzo". Era la prima volta che rispondeva così a lui, l'unico esente dalle sue risposte lunatiche.

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